Castello  di 

Montegibbio


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Castello di

Montegibbio

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Il parco "Giuseppe Medici"

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Il parco in stile romantico all'inglese del castello di Montegibbio cinge completamente il perimetro della corte e vi si accede tramite due cancelli posti lungo la salita che congiunge il parcheggio all'entrata del castello. E' aperto e visitabile tutto l'anno. Dalla passeggiata principale del parco si dipartono numerosi sentieri. 

 

Dal settembre 2002 è stato intitolato a "Giuseppe Medici" il cui busto in bronzo si trova vicino all'ingresso. 

 

Nell'estate 2023 il Circolo Boschetti Alberti di Montegibbio ha donato al comune la nuova area giochi posta ad est nell'anello del parco, sostituendo e ripristinando alcune panchine con l'aggiunta di uno scivolo con torretta ed una altalena. L'area giochi è stata intitolata ad Alfredo Toni, promotore di questo progetto, per far tornare il parco fruibile ed attraente anche per i piu' piccoli.

 

 

La vegetazione che caratterizza questo ambiente è una flora tipicamente pedecollinare e differente da quella caratteristica della vicina pianura.

Il clima più temperato e meno umido della pedecollina, ha infatti consentito l'instaurarsi e il permanere di specie di clima più temperato; lo stesso disturbo antropico, pure se quì ben presente, ha aumentato notevolmente rispetto alla pianura il numero delle specie vegetali.

In particolare due piante con la loro presenza testimoniano di antichi climi diversi dall'attuale. Si tratta dell'Erica arborea e del Pinus sylvestris.

I popolamenti di Pino silvestre di Montegibbio sono quanto resta di antiche foreste che prima dell'ultima glaciazione vegetavano a livelli altitudinali superiori. L'espandersi dei ghiacciai da un lato determinò la scomparsa di molte specie inadatte ai climi freddi e da un altro abbassò il limite altitudinale di molte piante, tra cui appunto il pino silvestre. Al termine della glaciazione andò progressivamente rarefacendosi.

Il Pinus silvestre ha pertanto il significato di "relitto glaciale" e come tale va osservato con particolare considerazione tanto più che questi residui settori pedecollinari emiliani segnano anche il limite europeo meridionale di distribuzione della specie.

A Montegibbio il bosco per alcuni decenni non è stato più ceduato e il sottobosco è diventato più fitto e meno luminoso: in queste mutate condizioni, il Pino silvestre non riesce più a riprodursi spontaneamente ed attualmente sopravvivono soltanto esemplari vecchi, spesso in cattive condizioni vegetative e prossimi al disseccamento.

 Se non si interverrà tramite appropriati interventi selvicolturali in grado di reinstaurare condizioni ecologiche favorevoli al mantenimento della specie, la "pineta" di Montegibbio è destinata a scomparire

Il pino silvestre invece sopravvive più in basso, a Vallurbana , in ambienti in generali più sfavorevoli alla crescita delle piante arboree, come al fondo di erosioni calanchive o su ripidi versanti: questi ambienti consentono al Pino silvestre, specie frugale, di liberarsi dalla concorrenza delle altre specie arboree e di rinnovarsi spontaneamente.

Infine per il Pino silvestre di Montegibbio si può parlare di "ecotipo" ossia portatore di caratteristiche genetiche e morfologiche  che lo differenziano dagli esemplari che crescono altrove, per esempio sulle alpi. Gli aghi sono infatti più corti e così pure gli strobili, inoltre gli esemplari adulti tendono a mantenere solo i rami della chioma che assume una forma "tipo ombrello" vicina a quella dei pini marittimi.

      

 

I boschi dei versanti di Montegibbio, alternandosi ai cespuglieti, agli incolti ed alle aree coltive, ospitano una fauna abbastanza ricca e differenziata, che trova rifugio in questi ambienti insieme a frutti, bacche e semi di cui nutrirsi. 

Molto importanti sono anche i corsi d'acqua come il Rio Bagole e il Rio Borrazza, che pur essendo al limite del parco consentono alla fauna di dissetarsi e agli anfibi di deporre ogni primavera le uova in acqua e riprodursi.

Diversi sono i mammiferi insettivori presenti. Tra questi il riccio, che si muove soprattutto di notte, frequentando radure cespugliate e campi coltivati.

Tra i carnivori predatori sono presenti la volpe, e mustelidi come la faina, la donnola e il tasso, grande scavatore di tane sui pendii cespugliati.

Questi animali hanno superato bene anni di persecuzione da parte dell'uomo dimostrando una grande capacità di adattamento.

Tra i mammiferi roditori ricordiamo lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino e alcuni topi selvatici come il topolino delle case, il ratto nero e l'arvicola sotterranea, frequenti prede dei rapaci notturni.

Abbastanza comune è la lepre, che frequenta le aree coltivate mentre tra gli ungulati sono stati segnalati in più occasioni il daino, il capriolo e il cinghiale.

Gli uccelli sono certamente gli animali più numerosi e più facilmente visibili. Le zone boscate con alberi maturi ospitano il picchio verde e il picchio rosso,  che tambureggiando sui tronchi fanno sentire la loro presenza, mentre il torcicollo e il picchio muratore segnalano il possesso del territorio col loro tipico canto. Negli spazi aperti è possibile osservare l'ormai rara averla minore, il saltimpalo e udire il canto dell'allodola.

Nel bosco sono facilmente osservabili la cinciallegra e la cincia mora che non temono la presenza dell'uomo. Dove il bosco lascia spazio ad aree coltivate troviamo il vivace verzellino, il verdone e il cardellino. Nelle radure cespugliate nidificano l'usignolo, il pettirosso, la capinera e il piccolissimo scricciolo. Anche il cuculo, l'upupa, il rigogolo, tornando ogni primavera segnalano la loro presenza con i tipici canti.

In tutta l'area del parco si trovano numerosi corvi, come la cornacchia grigia, la gazza, la ghiandaia. Questi uccelli sono abili opportunisti e predano spesso uova e nidiacei di altre specie.

Tra i rapaci diurni sono presenti la poiana, il gheppio, lo sparviere e l'albanella minore; tra quelli notturni la civetta, l'allocco, il barbagianni, il gufo comune e l'assiolo. Per quanto riguarda i galliformi, è comune il fagiano. Tra gli anfibi sono presenti il rospo comune, il rospo smeraldino, la rana verde e la rana agile. Nei ruscelli e negli stagni possiamo trovare anche dei tritoni. 

 

I rettili sono più numerosi e si possono scorgere il ramarro, la lucertola muraiola, la lucertola campestre, l'orbettino, il velocissimo saettone, il comune biacco e il più raro colubro liscio. Vicino all'acqua e nelle zone umide possiamo osservare la natrice dal collare e la natrice tassellata. 

Non è poi da escludere la presenza della vipera comune.

 

 

 

                                                                                                                                                                                          Ringraziamo per la relazione il Dr. Paolo Gatti 

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